L’azoto (N), insieme a Fosfoto (P) e Potassio (K), è uno degli elementi base nelle piante, svolgendo un ruolo fondamentale in processi biochimici come la fotosintesi clorofilliana. La concimazione azotata permette l’aumento del ritmo di crescita, visibile con la presenza di foglie di un verde più intenso e formazione di nuovi germogli. La carenza di azoto invece si manifesta nella pianta con rallentamento ed arresto della crescita e con progressivo ingiallimento.
L’azoto nel terreno Le piante non sono in grado di assorbire l’azoto direttamente dall’aria. L’unica eccezione è rappresentata dalle leguminose, che però sono coadiuvate in questo lavoro da batteri radicali azotofissatori. La maggior parte delle piante possono assorbire l’azoto attraverso le radici dal terreno, ma solo se l’azoto è in una forma assimilabile dalla pianta Nel suolo l’azoto entra a far parte di un lungo e complesso ciclo di trasformazione microbiologica e chimica che lo porta a trasformarsi da forme più complesse a forme sempre più semplici e assimilabili dalle piante, ma anche molto più labili. Questo, insieme all’assimilazione da parte delle piante, rappresenta la principale forma di impoverimento di azoto nei suoli. L’azoto, per la sua funzione, rappresenta un elemento che deve essere integrato nel ciclo colturale attraverso una attenta concimazione, scegliendo la fase in cui le piante ne hanno maggiormente bisogno, evitando perdite che possono rappresentare una minaccia per l’ambiente o per il bilancio economico-colturale.
I fertilizzanti azotati vengono suddivisi in quattro gruppi a secondo della loro velocità di assimilazione: organici di sintesi, nitrici, ammoniacali e nitrico-ammoniacali. ORGANICI DI SINTESI ⇨ UREA
NITRICI ⇨ NITRATO DI CALCIO ⇨ NITRATO DI POTASSIO
AMMONIACALI ⇨ SOLFATO DI AMMONIO ⇨ FOSFATO BIAMMONICO
NITRO-AMMONICALARI ⇨ NITRATO DI AMMONIO
Concimi azotati organici di sintesi L’urea è il concime azotato più conosciuto grazie alla sua veloce assimilazione. L’urea di per sé non è utilizzabile dalla pianta, ma nel terreno subisce una serie di trasformazioni da parte dei batteri fino a raggiungere la forma di ione nitrico e quindi assimilabile. L’urea ,viene impiegata quando c’è bisogno di un apporto veloce di azoto, come alla semina oppure in copertura (momento di massima crescita della pianta). Una parte dell’urea si può disperdere nell’ambiente se non correttamente interrata. Infatti c’è il rischio che l’azoto ammoniacale si volatilizzi nell’aria, soprattutto con le alte temperature, causando quindi il mancato apporto di azoto alle colture e di inquinamento atmosferico.
I concimi nitrici Il nitrato di calcio ed il nitrato di potassio sono due concimi molto solubili e facilmente assimilabili dalle piante, non dovendo subire alcuna trasformazione. Quindi sono ideali per interventi di copertura. Lo svantaggio è che essendo molto solubili sono facilmente dilavabili e dunque la concimazione deve essere suddivisa nel tempo. I concimi nitrici hanno una azione anti-asfissiante, in quanto contengono ossigeno, e una funzione anticongelante, in quanto sono sali che abbassano il punto di congelamento della linfa.
I concimi ammoniacali I concimi ammoniacali sono di più lenta assimilazione, in quanto devono subire prima un processo di nitrificazione. Il loro vantaggio è di non essere soggetti al dilavamento, comunque se non vengono interrati si possono volatilizzare sotto forma ammoniacale (come abbiamo descritto in precedenza). Tra i più usati vi è il solfato di ammonio, che contiene zolfo, un microelemento pure importante per la crescita delle piante. Non contiene tuttavia grandi quantità di azoto rispetto ad urea ed ai concimi nitrici. Altro concime è il fosfato biammonico18-46 apprezzato per il suo alto tenore in fosforo e per il suo ottimo rapporto qualità/prezzo. Da utilizzare soprattutto con piante potassofile.
I concimi nitrico-ammoniacali Il nitrato d’ammonio è uno dei concimi più utilizzati perchè unisce i pregi dei concimi nitrici e di quelli ammoniacali. Infatti l’azoto è composto da una parte subito assimilabile e da una parte a lenta cessione.
Azoto a lenta cessione Riassumendo, abbiamo notato che la costante delle forme dell’azoto è la loro scarsa persistenza nel terreno. Per ovviare a questo problema le ditte produttrici hanno messo a punto dei concimi a lenta cessione. Attraverso dei trattamenti dell’elemento è stato possibile realizzare soluzioni per non disperdere subito il potere energetico dell’azoto: ad esempio possono essere uniti a inibitori che interferiscono con gli enzimi (dell’ureasi e della nitrificazione) presenti nel terreno, oppure essere contenuti in molecole complesse che richiedono più tempo per essere utilizzate.
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